venerdì 11 gennaio 2013

D'amore, di natura e di altre sciocchezze



Questa è la risposta che  ASS.D.E.A. ha deciso di dare all'articolo di Ferdinando Camon pubblicato nei quotidiani locali del gruppo "Espresso-Repubblica" del 5 gennaio 2013. La nostra lettera è stata inviata sia a "La Nuova Sardegna" sia a "La Repubblica" ma senza successo. Buona lettura!

Gentile dott. Camon,
come laureati in antropologia e membri dell’Associazione demoentnoantropologica ASS.D.E.A., ci sentiamo in dovere di rispondere al suo articolo “Ha due madri e nessun padre” per dissentire da alcune affermazioni antropologicamente scorrette.
Ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere e in Italia troppo spesso ci si improvvisa antropologi. Prima di ricorrere all'antropologia per avvalorare le proprie personalissime (e sicuramente rispettabili) opinioni, dovrebbe documentarsi meglio o chiedere il parere dell’esperto, come si usa dire. Chi è l’antropologo? Possiamo dire in due parole che l’antropologo è colui che si occupa di cultura umana. Chi meglio di lui, pertanto, dovrebbe essere consultato quando si parla di comportamento culturale? Veniamo a noi. Ci sono alcuni punti del suo discorso che ci lasciano perplessi. In primo luogo la questione dell’accoppiamento, della nascita e dell’allevamento che sono esperienze universali dalla cui elaborazione simbolica (e quindi culturale) nasce un sistema di organizzazione noto come parentela. È evidente  che la parentela ha forti basi naturali, ma non può (e non deve) essere ridotta ai soli dati biologici. Infatti, più si sale nella scala evolutiva animale, più i comportamenti parentali sembrano sempre meno condizionati dai legami naturali, fino a comprendere nell’uomo una serie molto più vasta di individui tra i quali vi sono legami biologici più lontani o, addirittura, inesistenti (parentela adottiva, spirituale, ecc.). Ogni cultura umana ha elaborato una propria concezione dei legami biologici che nascono dal processo riproduttivo. È evidente che, col mutare delle attività produttive variano anche le rappresentazioni simboliche dei ruoli maschili e femminili, ma resta comunque una caratteristica costante, fin nella nostra società: l’associazione dell’uomo prevalentemente con l’attività produttiva e della donna con quella riproduttiva. In questo senso, il legame fra padri e figli si costruisce non come legame biologico, anche se un elemento naturale può essere presente, ma come legame creato utilizzando elementi presi dalla sfera produttiva. La paternità biologica, nonostante tutti gli sforzi che i maschi hanno compiuto per renderla certa, non è mai stata così fondamentale nella definizione della paternità sociale. Secondo punto: cos’è naturale e cosa no? Questi due concetti sono cambiati nel corso della storia. Gli antichi greci e romani ritenevano l’omosessualità un fatto del tutto naturale, cosa che non accettavano ebrei e cristiani. Giustiniano, nel 559, bollava gli omosessuali come lussuriosi contro natura che commettevano atti impuri che…nemmeno gli animali! Gli etologi e i biologi hanno invece dimostrato che l’omosessualità è presente in natura, in ben 450 specie di animali (soprattutto mammiferi – e quindi anche umani – e uccelli) e in tutte (o quasi) sono stati documentati i numerosi legami affettivi e sentimentali che si creano anche tra esseri dello stesso sesso. Terzo punto: chi l’ha stabilito che per crescere, un bambino ha bisogno di una figura maschile e di una femminile? Anche qui l’antropologia dimostra che questa è una concezione culturale e che la famiglia, anche nelle nostre società, non è monoliticamente ferma, ma dinamica e in continuo cambiamento. Anche oggi. E di sicuro non si può mettere in dubbio la validità di quelle famiglie composte da un solo genitore e dai figli. O vogliamo forse togliere i figli a vedov@, single, separat@ o divorziat@? Tra l'altro, la legislazione italiana ha fatto un grosso passo avanti riconoscendo i diritti a quei bambini ritenuti illegittimi, categoria forte, come quella dell'orfano, che non denuncia la condizione familiare ma stigmatizza per sempre la vita di quel bambino.
Un’ultima considerazione: crede che sia più educativo, per i nostri figli, per la nostra società, continuare a dare adito alle tesi omofobe che vedono le persone LGBT come minaccia verso la pace, o invertire la marcia educando al rispetto della diversità e dei diritti civili?

La ringraziamo per l'attenzione,
Cordiali saluti
ASS.D.E.A.

1 commento:

  1. Il dott. Ferdinando Camon ha risposto alla nostra lettera e potete leggere le sue considerazioni nel suo sito (http://www.ferdinandocamon.it/dialoghiconilettori.htm). Questa è stata la nostra contro-risposta:

    Gentile Camon, La ringraziamo per la Sua risposta. La lettera è stata scritta a più mani da diverse persone, per questa ragione è firmata come "associazione". Dissentiamo in diversi punti. Lei parla di "punto di vista del bambino che nasce", quasi a sostenere che un bambino appena nato abbia già un bagaglio culturale alle spalle tale per cui possa esprimersi circa la validità "naturale" di avere due padri, due madri o un padre ed una madre. La questione del bambino polacco adottato, ci scusi, ma non regge come giustificazione. Vuole forse dire che l'adozione (anche da parte di genitori di differente sesso) sia un fatto sbagliato? Freud è Freud, ci mancherebbe solo che un manipolo di studentelli possa considerare Freud un cialtrone. Ma Freud parlava da un'altra prospettiva, quella psicoanalitica - con incursioni nell'etnologia di grande valore, ma criticate da più parti. Molto di Freud è stato superato. La "vostra antropologia", scrive. Cosa è necessario intendere con questo? Che lei non concorda su più di 150 anni di studi antropologici? L'antropologia non è "nostra", l'antropologia è di qualsiasi individuo, di qualsiasi sesso, cultura, opinione politica, visione dell'esistente. E se invece di andare perduto, quel "qualcosa" di cui Lei parla non fosse un arricchimento? La famiglia, come tutte le istituzioni, a qualsiasi latitudine, sono soggette a cambiamenti e modificazioni. È il normale mutamento sociale. O forse crede che un sardo del XVI secolo avrebbe considerato l'attuale concetto "tradizionale" di famiglia allo stesso modo con cui lo considera Lei?



    Qui di seguito pubblichiamo uno dei video che potete trovare sul canale youtube delle Famiglie Arcobaleno. Buona visione!

    http://www.youtube.com/watch?v=nStHWmQClww

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