lunedì 26 marzo 2012

Comunicato stampa

L’Associazione culturale Demo Etno Antropologica ASS.D.E.A. accoglie con soddisfazione la notizia della sospensione del bando di selezione pubblica per l’incarico di bibliotecario-documentalista presso l’archivio SUAP del Comune di Sassari e segue con vivo interesse il dibattito che questa iniziativa ha suscitato.
L’indignazione degli studenti e laureati in Beni Archivistici e Librari, cui vengono negate le possibilità di tradurre i propri studi in prospettive occupazionali, è compresa e condivisa anche dagli studenti e laureati in Antropologia Culturale ed Etnologia.
Il settore demo-etno-antropologico vive nella medesima incertezza, risentendo della mancanza di riconoscimento della nostra specifica professionalità, sottovalutata e fraintesa. Come per altre “professioni della cultura”, il nostro settore soffre atavicamente della “concorrenza sleale” di pseudoricercatori, spesso del tutto privi di qualunque adeguato titolo di studio. La formazione accademica, pur se largamente perfettibile, è, a nostro parere, indispensabile. Non possiamo che fare nostra l’affermazione contenuta nel documento congiunto firmato da  ALeF SASSARI, AIB SARDEGNA, ANAI SARDEGNA e ANA SARDEGNA, che ribadisce “l’assoluta imprescindibilità del fatto che il titolo di studio e le qualifiche professionali costituiscono elemento fondante nei criteri di selezione per i bandi pubblici”.
In questo quadro, la possibilità che i titoli di studio perdano di valore legale non fa che aggravare la già pesante situazione, cui si somma la soppressione dell’unico corso di laurea magistrale LM1 in Sardegna, tappa basilare del percorso formativo nel settore demo-etno-antropologico.
Le affermazioni di principio di Enti pubblici e privati, in primis la Regione Autonoma della Sardegna, che presentano e promuovono l’isola come terra ricca di tradizioni e cultura, non si concretizzano in un adeguato impegno volto al coinvolgimento attivo delle professionalità del settore formate dall’Università.

La nostra associazione, pur se giovane, si è da subito impegnata su queste tematiche ed è attualmente al lavoro, con l’associazione Antrocom onlus, per la creazione di momenti di incontro e dibattito sulle modalità di riconoscimento della professione dell’antropologo.
L’associazione ASS.D.E.A. concorda quindi pienamente con l’urgenza dell’apertura “di un dibattito franco sul ruolo delle “professioni della cultura” nel nostro territorio”. Antropologi, archivisti, bibliotecari, archeologi, storici dell’arte, pur con specificità proprie, vivono problematiche simili. È quindi necessario e improcrastinabile che uniscano le loro voci ed elaborino momenti di riflessione ed azione condivisi.

Il presidente
Valentina Mura

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