mercoledì 21 agosto 2013

Di Camon (di nuovo) e di Ius Soli.

Dopo l’articolo sui “gay antropologicamente contro natura”, il dott. Camon ci sorprende con un nuovo articolo pieno di imprecisioni, cattiva informazione e anche un po’ di razzismo. L’articolo in questione fa capire già dal titolo, “LoJus soli? Un errore, e la Kyenge non dovrebbe fare il ministro”, le argomentazioni senza senso e logicità. Vorrei iniziare da questa frase: "Come due genitori maghrebini possano mettere al mondo un figlio italiano, è un mistero che non può essere spiegato. Se scatta lo jus soli, sic est"
Proviamo a spiegarla in modo semplice e anche provocatorio (d’altronde anche Camon lo è). Perché un figlio di due stranieri che vivono da anni in Italia, che è nato qui, studia qui, parla la nostra lingua, mangia cibo italiano come altri cibi, frequenta le nostre scuole etc etc, è da considerare meno italiano di qualsiasi altra persona al mondo che ha la nostra stessa cittadinanza per questioni di “sangue”? Prendiamo un immigrato di seconda generazione di origini italiane che vive in Argentina: perché questa persona ha più diritti di una persona che nasce in Italia nonostante, magari!, non sia nemmeno mai entrato in territorio italiano? Lo Ius Sanguinis è proprio questo: considero italiano solo chi è figlio di italiani e magari l’Italia non l’ha mai vista, e considero straniero chi nasce e ha una vita qui nonostante i genitori siano stranieri.
Altra falsità: "Lo jus soli è una proposta fatta dall'esterno della cittadinanza, per favorire chi non ce l'ha, senza tener conto dello sconquasso che introduce". La proposta dello Ius Soli è tutta interna alla cittadinanza: sono state raccolte migliaia di firme per introdurre questa legge, è arrivata in Parlamento firmata da più forze politiche (sia di sinistra che di centrodestra). Parte dai sindacati, dal mondo delle associazioni, dalle scuole di ogni ordine e grado e da tutte le parti di cittadinanza attiva che abbiamo in Italia.
Falsità numero tre: "nel nuovo popolo si possono accostare non solo civiltà e civiltà, diverse ma compatibili, ma anche civiltà ostili tra loro, sistema e anti sistema. Per questo dico: non ha senso fare ministro italiano un'ottima persona, ma che ragiona da extra-italiano". In un popolo esistono già civiltà e civiltà, culture diverse, sia compatibili che non. Se non fosse così l’Italia non esisterebbe nemmeno, dato che è sempre stato un Paese crocevia di culture, popoli che l’hanno costruita ma anche distrutta, a livello politico, geografico, linguistico, artistico, musicale e chi ne ha più ne metta! Per quanto riguarda la Kyenge poi, non è forse più “extraitaliano” un ministro che brucia la bandiera italiana e grida alla secessione?
Falsità numero quattro: lo Ius Soli che si vuole introdurre in Italia non dice che chiunque nasca qui è italiano, ma chi nasce qui da genitori stranieri residenti da almeno 5 anni lo diventa. Quindi non si tolga fuori il solito slogan: “Verranno puerpere da ogni parte del mondo a partorire in Italia!”.
Altro punto molto importante: ci preme ricordare un articolo dello stesso Camon pubblicato l’8 maggio in cui si prendevano le difese dello Ius Soli, di parlava di nuovi fratelli italiani, “Chi merita la cittadinanza italiana”. Citiamo testualmente un pezzo che spiega la contraddizione tra ciò che pensava a maggio e ciò che pensa a luglio: "Ottenere la cittadinanza italiana vuol dire diventare fratelli degli italiani che son qui da sempre. E comportarsi da fratelli. Tutti i bambini cittadini italiani sono nostri figli. E noi dobbiamo proteggerli tutti".

Dopo le risposte date da Marcello Fois e da Guido Melis, volevamo dare un contributo pure noi. Per amore di scienza, di informazione e di giustizia.

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