Dopo
l’articolo sui “gay antropologicamente contro natura”, il dott. Camon ci
sorprende con un nuovo articolo pieno di imprecisioni, cattiva informazione e
anche un po’ di razzismo. L’articolo in questione fa capire già dal titolo, “LoJus soli? Un errore, e la Kyenge non dovrebbe fare il ministro”, le
argomentazioni senza senso e logicità. Vorrei iniziare da questa frase: "Come due genitori
maghrebini possano mettere al mondo un figlio italiano, è un mistero che non
può essere spiegato. Se scatta lo jus soli, sic est".
Proviamo a spiegarla in modo semplice e anche provocatorio (d’altronde anche Camon lo è). Perché un figlio di due stranieri che vivono da anni in Italia, che è nato qui, studia qui, parla la nostra lingua, mangia cibo italiano come altri cibi, frequenta le nostre scuole etc etc, è da considerare meno italiano di qualsiasi altra persona al mondo che ha la nostra stessa cittadinanza per questioni di “sangue”? Prendiamo un immigrato di seconda generazione di origini italiane che vive in Argentina: perché questa persona ha più diritti di una persona che nasce in Italia nonostante, magari!, non sia nemmeno mai entrato in territorio italiano? Lo Ius Sanguinis è proprio questo: considero italiano solo chi è figlio di italiani e magari l’Italia non l’ha mai vista, e considero straniero chi nasce e ha una vita qui nonostante i genitori siano stranieri.
Proviamo a spiegarla in modo semplice e anche provocatorio (d’altronde anche Camon lo è). Perché un figlio di due stranieri che vivono da anni in Italia, che è nato qui, studia qui, parla la nostra lingua, mangia cibo italiano come altri cibi, frequenta le nostre scuole etc etc, è da considerare meno italiano di qualsiasi altra persona al mondo che ha la nostra stessa cittadinanza per questioni di “sangue”? Prendiamo un immigrato di seconda generazione di origini italiane che vive in Argentina: perché questa persona ha più diritti di una persona che nasce in Italia nonostante, magari!, non sia nemmeno mai entrato in territorio italiano? Lo Ius Sanguinis è proprio questo: considero italiano solo chi è figlio di italiani e magari l’Italia non l’ha mai vista, e considero straniero chi nasce e ha una vita qui nonostante i genitori siano stranieri.
Altra falsità: "Lo jus soli è una proposta fatta
dall'esterno della cittadinanza, per favorire chi non ce l'ha, senza tener
conto dello sconquasso che introduce". La proposta dello Ius Soli è tutta
interna alla cittadinanza: sono state raccolte migliaia di firme per introdurre
questa legge, è arrivata in Parlamento firmata da più forze politiche (sia di
sinistra che di centrodestra). Parte dai sindacati, dal mondo delle
associazioni, dalle scuole di ogni ordine e grado e da tutte le parti di
cittadinanza attiva che abbiamo in Italia.
Falsità numero tre: "nel nuovo popolo si possono accostare non
solo civiltà e civiltà, diverse ma compatibili, ma anche civiltà ostili tra
loro, sistema e anti sistema. Per questo dico: non ha senso fare ministro
italiano un'ottima persona, ma che ragiona da extra-italiano". In un popolo
esistono già civiltà e civiltà, culture diverse, sia compatibili che non. Se
non fosse così l’Italia non esisterebbe nemmeno, dato che è sempre stato un
Paese crocevia di culture, popoli che l’hanno costruita ma anche distrutta, a
livello politico, geografico, linguistico, artistico, musicale e chi ne ha più
ne metta! Per quanto riguarda la Kyenge poi, non è forse più “extraitaliano” un
ministro che brucia la bandiera italiana e grida alla secessione?
Falsità numero
quattro: lo Ius Soli che si vuole introdurre in Italia non dice che chiunque
nasca qui è italiano, ma chi nasce qui da genitori stranieri residenti da
almeno 5 anni lo diventa. Quindi non si tolga fuori il solito slogan: “Verranno
puerpere da ogni parte del mondo a partorire in Italia!”.
Altro punto molto
importante: ci preme ricordare un articolo dello stesso Camon pubblicato l’8
maggio in cui si prendevano le difese dello Ius Soli, di parlava di nuovi
fratelli italiani, “Chi merita la cittadinanza italiana”. Citiamo testualmente
un pezzo che spiega la contraddizione tra ciò che pensava a maggio e ciò che
pensa a luglio: "Ottenere la cittadinanza
italiana vuol dire diventare fratelli degli italiani che son qui da sempre. E
comportarsi da fratelli. Tutti i bambini cittadini italiani sono nostri figli.
E noi dobbiamo proteggerli tutti".
Dopo le risposte date
da Marcello Fois e da Guido Melis, volevamo dare un contributo pure noi. Per
amore di scienza, di informazione e di giustizia.
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